Chi di voi a mai avuto occasione di acquistare ed estrarre dalla confezione un Mac nuovo di zecca, conosce la sensazione che si prova, un piacere che quando posso cerco sempre di riprovare. Però devo dire che mi da ancora maggiore soddisfazione riportare a nuova vita un vecchio Mac, uno di quelli che hanno qualche annetto sulle spalle e qualche segno sulla pelle, ma che se curati a dovere possono regalare ancora molte soddisfazioni.
La mia prima esperienza lo avuta nel 2010, prima ancora di aprire questo blog, quando mi innamorai di un MacBook 13″ nero del 2007, che una studentessa universitaria aveva intenzione di rimpiazzare con un potente MacBook Pro. Acquistai quindi quel vecchio Macbook, di cui ricordo ancora la superficie nera gommata, davvero inconfondibile, anche se pochi mesi dopo, una volta riportato in ottime condizioni con grande soddisfazione e divertimento, decisi di venderlo per finanziare l’acquisto del mio primo iPad.
Ebbene ora ho deciso di ripetere l’esperienza e quindi ho acquistato un MacBook 13″ unibody Late 2009 (per gli amici il bianchino), dal quale sto scrivendo questo righe. Si tratta di un buon esemplare di MacBook, con processore Intel Core 2 Due a 2,26 Ghz, che però sotto il cofano non è più come Apple lo ha fatto, visto che al posto del Superdrive c’è un SSD Samsung da 120Gb e la ram è passata da 2 a 5Gb.
La base per lavorarci si è quindi rivelata fin da subito buona e appena ricevuto ho subito unito il disco meccanico originale insieme all’unità SSD abilitando il Fusion Drive (guida). Successivamente ho deciso di fare un installazione pulita del nuovo Mac OS X Mavericks 10.9 (guida), così da avere un sistema vergine su cui partire.
Come potete facilmente immaginare un Mac con 4 anni di servizio, soprattutto se portatile, inevitabilmente avrà qualche segno e piccolo problemino e questo non fa eccezione, altrimenti il divertimento dov’è?
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Ebbene il mio Macbook ha qualche vistosa crepa qua e la sulla scocca in policarbonato, nulla che possa pregiudicarne la solidità, ma che è bene limitare prima che possa creare dei problemi seri. La webcam iSight inoltre non da più segni di vita e siccome non è un problema software, probabilmente necessità di essere sostituita. Il problema più urgente da risolvere però è quello della batteria, che con i suoi 4 anni di servizio e ben 370 cicli di carica, ovviamente non riesce più a garantire un’autonomia decente e dopo poco più di 1 ora di lavoro mi lascia a secco.
Davvero inaccettabile per un portatile, soprattutto se ha una mela morsicata che brilla sul dorso, perciò la prossima puntata sarà dedicata alla sostituzione della batteria, naturalmente fai da me!
Bene ora vi devo lasciare per che è la batteria si è già scaricata, ci risentiamo quando sarò pronto per fare il lavoretto, vi aspetto!
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