Chi sono in assoluto i peggiori dirigenti del 2012? Sydney Finkelstein pensa di saperlo, professore di lunga data al Dartmouth College Tuck School of Business è l’autore di 11 libri con titoli come “Perché i dirigenti intelligenti falliscono” e “Think Again: perché i leader buoni prendere decisioni sbagliate”, quindi è competente sull’argomento. Ormai sono tre anni che stila questa lista e lo scorso anno ha incluso tra gli altri gli amministratori delegati delle Netflix (NFLX), Research In Motion (RIM) e Hewlett-Packard (HPQ).
Ecco la lista per il 2012 :
1. Brian Dunn, che ha rassegnato le dimissioni da amministratore delegato di Best Buy (BBY) nel mese di aprile dopo le accuse emerse relative a rapporti intimi con una dipendente molto più giovane. Non per questo però è finito nella lista. Il calo del prezzo delle azioni, il crollo delle vendite negli store, la perdita di quote di mercato a favore di concorrenti più agili, sono costati alla società 6,4 miliardi dollari di perdite.
2. Aubrey McClendon, l’amministratore delegato di Chesapeake Energy (CHK), che apparentemente ha problemi a mantenere le finanze della sua azienda oltre alle sue. Secondo la Reuters, McClendon preso in prestito dall’azienda più di 1,1 miliardi dollari in tre anni mediante finanziamenti, oltre ad essere accusato di conflitto di interessi per alcuni investimenti finanziari. Avrebbe inoltre fatto uso del jet aziendale (e dei dipendenti dell’azienda) a fini personali e per finire l’aver stipulato un contratto di sponsorizzazione aziendale a favore degli Oklahoma City Thunder, squadra di basket di sua proprietà, non l’ha aiutato.
3. Andrea Jung, che si è dimesso da amministratore delegato di Avon (AVP) in aprile, ma rimane come presidente fino alla fine di quest’anno. Dal 2004, il valore di mercato della società è sceso sotto la sua guida da $ 21 miliardi a $ 6 miliardi, inoltre l’azienda ha dovuto spendere 300 milioni di dollari di spese legali per difendersi dalle accuse di corruzione nei confronti di funzionari stranieri.
4. Mark Pincus, CEO di Zynga (ZNGA), la società di giochi mobile, che ha creato Farmville e tanti altri giochi online. Le azioni di Zynga sono scese del 75 per cento finora quest’anno e la società sta perdendo i migliori talenti esecutivi. Pincus ha un’illustre pedigree, ha ottenuto un diploma di laurea in economia presso la Wharton nel 1988 e un MBA presso la Harvard Business School nel 1993. Ma Finkelstein dice che ha commesso qualche errore da principiante, come far trainare la sua azienda in maniera troppo sicura da Facebook (FB), che si basa su Zynga per una grossa fetta delle entrate. Inoltre ha egli stesso mostrato sfiducia nelle prospettive della società, con la vendita di 16 milioni di azioni appena ha potuto.
5. Rodrigo Rato, che ha rassegnato le dimissioni da presidente del Credito Spagnolo Bankia (BKIA) nel mese di luglio. Rato è un ex ministro delle finanze della Spagna ed ex direttore generale del FMI. E’ indagato per frode e appropriazione indebita in relazione a crollo spettacolare di Bankia e il successivo salvataggio da parte del governo spagnolo. Rato ha conseguito un MBA presso l’UC-Berkeley Haas School of Business. Nel 2011, aveva annunciato Bankia utile di € 309.000.000, dopo le dimissioni Rato, è stato rideterminato a una perdita di € 3 miliardi.
Per concludere la lista, ci sono anche Mark Zuckerberg fondatore di Facebook e Andrew Mason CEO di Groupon (GRPN). Secondo Finkelstein i demeriti di Zuckerberg sono attribuibili al suo enorme ego che lo porta a prendere decisioni nella direzione sbagliata, infine conclude in modo lapidario affermando che non c’è ragione di credere che possa avere le giuste capacità di gestire una grande azienda quotata in Borsa.
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